(mi dicono venga da facebook, ma siccome io su faccialibro mi rifiuto di esserci, non so dirvi l'autore/autrice di questa genialata!!)
Quando torno a casa, la MIA casa, comprata in un momento in cui non ero più me stessa ma aiutata da vere amiche, in mezzo ad una zona che aveva preso fuoco l'anno prima (e sì, c'è stato un altro incendio qui e molto più esteso e devastante di quello di cui vi parlavo anni fa e con in più una certezza certa: è stato doloso) , mi sento a casa.
È il mio nido, la mia certezza, il mio rifugio, anche in questa pandemia che ci ha travolti.
È uno spazio dove sono me stessa.
Negli ultimi anni sono successe diverse cose, è morta mia madre, mio padre ha avuto un ictus, poi gli hanno anche diagnosticato un parkinson, poi mi sono separata, attualmente i figli stanno uno da uno e l'altro da l'altro. Non vedo mia figlia da tanto, troppo tempo.
L'ex-padre, come amo chiamarlo perché mette delle distanze ragionevoli ed emotive, mi fa una guerra senza confini, coinvolgendo anche i figli.
Ma qui, a casa MIA, mi sento a casa.
Lo yoga mi ha aiutata tanto in questi anni.
Anche quando stare ferma sul tappetino ad ascoltare il mio respiro era quasi impensabile, quando i miei piedi non ne volevano sapere di stare a terra, di radicarsi.... Le dita si alzavano verso il cielo, volevo fuggire e contemporaneamente avevo tanta paura di farlo.
Sapevo che mi aspettava una guerra, sapevo che avrebbe fatto male. Sapevo che sarei stata accusata di cose che a me neanche passano dall'anticamera del cervello.
Sapevo che avevo paura di lui. Delle sue reazioni.
Non è stato, non è, facile parlarne, perché si tratta di sensazioni e non di certezze.
Non ho lividi, prove tangibili....
Ma essere sempre e continuamente messi ferocemente in discussione, denigrati, mai accolti, rende molto ma molto "fragili".
Ma qui ho trovato le mie radici.
La paura si è fatta più piccola, più gestibile.
Le nausee a volte (ancora troppo spesso??) tornano.
Perché come direbbe Bersani (il cantante) "a volte mi ritrovo con la nausea a fare l'equilibrista con le mie emozioni".
Perché un matrimonio che finisce male, una separazione, è tosta, e io, tosta, non lo sono.
Per niente.
Ho attraversato la tempesta e, a volte, le onde sono ancora alte, ma, altre volte, l'orizzonte si fa intravedere e le mie spalle si fanno più larghe.
Non so come ho fatto ad attraversarla. A volte mi chiedo se semplicemente il grande oceano burrascoso non si sia solo pacato un momento per poi farsi più feroce di prima.
Spero che la costa sia vicina, che la felicità torni nella mia vita, nella mia mente, ancora troppo spaventata per poter affrontare altre avventure.
Nel frattempo mi godo piccoli attimi di serenità e vivo alla giornata, cercando di godermi tutti quei piccoli momenti che mi rendono fiduciosa e dannatamente troppo ottimista!
Ma meglio essere inguaribilmente ottimisti che acidi e irrisolti.
Andrà tutto bene e non parlo del corona virus.
Nessun commento:
Posta un commento